E a un tratto, in questo faticoso nessundove, a un tratto
l’indicibile punto, dove quel ch’era sempre troppo poco
inconcepibilmente si trasmuta -, salta
in un troppo, vuoto
dove il conto a tante poste
si chiude senza numeri.
– R.M. Rilke –
I muri azzurri, la casa pulita come una testa svuotata.
Gira. E’ un mappamondo da colonizzare. La signora da raccontare
la indossa come un pendente, le mostra quanta destrezza ci vuole
a lustrare gli stipiti – non può rischiare di sbattere.
Dentro la testa ha un feto maiuscolo, il pesce atomico.
Vorrebbe figliarlo prima che la risucchi nell’uovo, prima che
la faccia farfalla, poi bozzolo, poi il niente che era prima di
essere forma che sente il don dan delle campane.
Bussa. Di nuovo. Citofona alla sua testa almeno
venti gocce di xanax al giorno.
C’è qualcuno dalla parte che apre?
La terra è rotonda.
Una palla che vola –ridicolo.
Una grossissima palla che gira –che sciocca.
Gliel’avevano raccontata bella.
Lei invece sta ferma come una Maria. Vecchia
come un pezzo di formaggio dentro la credenza.
Invidia le cose minuscole, i grammi di polvere che restano sopra, leggeri.
La signora da raccontare pesa una tonnellata, un miliardo
di oltremiliardi di niente da portare come una tosse noiosa,
un carro armato dentro la guerra – già, la guerra.
Si chiede dove lo deve portare?
C’è qualcuno che glielo può dire? Un muratore, uno
che sappia fare le cose, una collaboratrice domestica, un sarto,
la puttana regina, un ranocchio?
Questa signora da raccontare è caruccia, un faccino
da prima della classe. Non fosse per quella portina dietro la frangia
avrebbe un futuro da domesticare. La frangetta nasconde un uscio polposo
tipo il didietro di Cristo. E’ smodato, se ne infischia di inchini, toelette.
Lui la viaggia al rovescio per il suo nuovo mondo. La scende al contrario, dove
il dentro è di fuori, il posto in cui c’è il niente che è tutto – ecc.
Ma c’è la guardiana, la bulimica matrona. Si impalla all’uscita,
un grugno da orso, una paura bestiale.
– A quel punto il male la muore.
Allora la signora da raccontare pensa a Chagall, alla donna
che vola allacciata a una mano. Se non fosse così, esisterebbe
solo fuori dal quadro, dove non vede nessuno.
Possibile che Chagall abbia sbagliato?
Lui non è mica Dio. – Appunto.
Mark Chagall – The Promenade
Potrei solo se volessi
cambiare volto
potrei se solo tu volessi
farti un voto
potrei cambiare nome la lingua la parlata
se vuoi potrei anche diventare qualcuno che non sono ancora stato
potrei scrivermi in faccia un messaggio cifrato
potrei stasera starmene appeso alla tua parola lenta
ma niente mai di te mi dice più del tuo silenzio
e non ti confonderei se stessi attento
con il segno di nessun altro
solo il tuo non dire ha un’impronta larga
che apre la mia attesa
ogni parola un testo
ogni segno un chiaro diluvio esposto a tutto il vento
tutto tutto il cielo senza governo che hai dentro e non oso
non oso sfiorirlo
così ciò che so fare adesso è mettere in terra
la mia croce analfabeta come un seme non ancora visto
ferni
mi sono persa un pezzetto- lo lascio qui adesso
Amore guardò il tempo e rise, perché sapeva di non averne bisogno.
Finse di morire per un giorno, e di rifiorire alla sera, senza leggi da rispettare.
Si addormentò in un angolo di cuore per un tempo che non esisteva.
Fuggì senza allontanarsi, ritornò senza essere partito, il tempo moriva e lui restava.
Luigi Pirandello
Tutto questo per ringraziarti del tuo sentirti qui, ora, alla porta del mondo. f
un giorno carico di buio.
le tue parole suonano un canto in cui vorrò farmi lentezza per l’ascolto, riportarti lo stesso largo firmamento.
tu sai senza aggiungere altro tutto è uno in questo cielo che abitiamo. f